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Sapori di montagna

“Sognava rocce alte, spazi aperti e cielo sopra la testa. Senza era triste” (M. Corona)

Questo è esattamente ciò che mi rappresenta. La montagna è una mia grande passione. Mi ha dato tanto e continua a farlo senza nulla in cambio. È riuscita a regalarmi sorrisi, lacrime di gioia e a mostrarmi nuove prospettive. Non la vivo per moda ma per necessità. Lassù l’aria è più pulita e i pensieri più nitidi. Come spesso dico: in vetta, nonostante la stanchezza, l’ossigeno arriva prima al cervello! Senza poi parlare del panorama; linfa vitale per gli occhi che si riempiono di cotanta bellezza.

In questi giorni di doverosa quarantena, la nostalgia delle montagne è sempre più viva. È un pensiero costante che parte dai miei adorati Sibillini e arriva fino alle Dolomiti, dove l’estate scorsa ho lasciato un pezzetto di cuore. Che vacanza! Alla scoperta di laghi incantati nei quali i massicci dolomitici si specchiano fieri ed eleganti. E poi loro, le maestose Tre Cime di Lavaredo. Ogni tappa è stata sempre caratterizzata non solo da grandi emozioni ma anche da ristori di tutto rispetto. Luoghi caratteristici come i rifugi di montagna e pietanze tipiche come polenta, gulasch, zuppe, speck e formaggi di malga.

Tutta questa premessa per dirvi che ieri, giorno di Pasquetta, per sentirmi un po’ in alta quota, ho provato a riprodurre in casa i simbolici canederli. Sapientemente guidata dalle istruzioni di una persona a me molto cara e soprattutto molto disponibile, mi sono cimentata in questa ricetta a base di pane raffermo, speck, erba cipollina, latte e uova.
Che gli esperti in cucina e le cuoche legate alla tradizione non me ne vogliano!
Ho provato una versione classica, cuocendoli nel brodo e una versione personale, con radicchio e funghi.
Come primo tentativo non posso proprio lamentarmi ma la tecnica va sicuramente affinata.
Un piccolo escamotage culinario aspettando di ritornare sulle mie adorate montagne!

Restiamo a casa. Restiamo uniti. Le montagne non si muovono. 💚

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Roberta Caporelli